Il bello delle colonie

 

Art. 0007

INDICE ARTICOLI

  Le opere italiane in Africa  
 

Il trionfo del razionalismo: riscoperto da una mostra e un libro
Sabaudia, biblioteca comunale dal 7 settembre al 30 ottobre 2001

Era l’utopia di Marcello Piacentini: costruire nelle colonie d’oltremare palazzi comunali, scuole, case, alberghi, cinema, piscine, mercati, presidi militari e perfino moschee secondo le regole dell’architettura razionalista: “rinunzia alle vuote formule e alle incolori ripetizioni”, ”grande compostezza“, “perfetta misura”, “assoluta semplicità e sincerità delle forme” ma senza ripudiare», sottolineava il grande architetto, «per partito preso, la carezza di una decorazione opportuna». Mentre in Italia venivano costruite nell’Agro Pontino le “città di fondazione”, anche nel cuore del Mediterraneo islamico, a Tripoli, Bengasi, Asmara, Addis Abeba, Gondar, gli architetti italiani realizzavano il sogno piacentiniano.


Case a Gondar, Etiopia - di Carlo Ciucci

Erano quasi tutti giovanissimi alle prime armi: Alberto Alpago Novello, Guido Ferrazza, Alessandro Limongelli, Luigi Piccinato, Florestano Di Fausto, Umberto Di Segni, Giovanni Pellegrini, per citarne alcuni, hanno progettato fra le due guerre in Libia, Etiopia ed Eritrea edifici spesso straordinari. Per loro, si trattò di vere sfide. Una scommessa è stata anche la documentazione di queste opere realizzata da Donata Pizzi, una fotografa romana, dopo numerosi viaggi nelle ex “città del Duce”. 

Albergo Cirene, Libia - di Alessandro Limongelli

Scuola Italiana, Asmara - di Marcello Piacentini

Le fotografie di gran parte delle costruzioni saranno esposte nella biblioteca comunale di Sabaudia, città modello del razionalismo italiano, dal 7 settembre al 30 ottobre. A corredo della mostra, un volume curato da Giorgio Muratore, professore di Storia dell’architettura contemporanea alla Sapienza di Roma.

Questo itinerario africano è per molti aspetti sorprendente. Gli edifici, sopravvissuti alle insidie del tempo, sono parte vivissima nella vita delle città e sono spes­so oggetto di attente ristrutturazioni. Come il municipio di Gimma, in Etiopia, progettato nel 1936, insieme al piano regolatore, da Gherardo Bosio. Oppure le: case lncis di Tripoli, di Alpago Novello, Cabiati, Ferrazza e Piccinato, costruite. Fra il ’31 e il ’33. Non pochi gli edifici di culto. A Tripoli spiccano due gioielli: la chiesa di San Francesco (1939) e la Scuola coranica, entrambe progettate da Florestano Di Fausto. Bellissima, a Massawa, in Eritrea, la moschea disegnata da Guido Ferrazza (1936). Numerosi anche i villaggi, ai quali venivano dati nomi di eroi italiani. Come il villaggio Mameli a Omar Mukhtar e il villaggio D’Annunzio a Bayada, in Libia, di Florestano Di Fausto. A Bengasi, intatta la sobria bellezza dell’albergo Berenice di Marcello Piacentini

(Fonte: “L’Espresso” - art. di Rita Tripodi)


SITI DI APPROFONDIMENTO

:: L'Espresso ONLINE 
Settimanale di politica cultura economia

 
 
WWW.ARCHITETTURAWEB.IT  

nospam@architetturaweb.it

ARCADIA Techno Studio - 2001