a cura di Fernando De Laurentiis
Dopo cinquant'anni d'oblio è stata restituita alla Città la monumentale fontana di Piazza Umberto I. Quest'importante intervento di recupero, fortemente voluto dall'Amministrazione presieduta dal Sindaco Avv. Giuseppe Dilengite, è stato interamente progettato dall'Ufficio di Pianificazione Territoriale e Progettazione Urbanistica del Comune di Vico Equense. La ristrutturazione di quest'ufficio, avvenuta per volontà dell'Assessore alla Programmazione Avv. Benedetto Migliaccio, e il contributo appassionato dei tirocinanti geometri ha reso possibile la realizzazione del progetto. Il lavoro di sistemazione e di restauro della fontana ha sottratto al degrado un'opera d'arte collocata in un luogo simbolo del paese, restituendo ai cittadini la fruibilità di un bene che li lega al passato.
Stato
di degrado della fontana prima dell’intervento di restauro
Nel 1800 Piazza Umberto I è stata protagonista della storia urbanistica e culturale di Vico Equense. Venne realizzata tra il 1832 e il 1840 per opera del Cavalier Giordano, direttore dei lavori della Strada per Sorrento, che ne curò la disposizione. Urbanisticamente il sito nasce ed è organizzato come piazza quadrata con una fontana posta nel suo baricentro. Successivamente, in seguito alla realizzazione di altre due strade, la piazza si trasformò in un quadrivio.
Nel 1854 il Canonico Gaetano Parancandolo nella coeva "Monografia del Comune di Vico Equense" descrive la Piazza Umberto I e la sua Fontana come segue: "…quadrata n'è la sua forma, ed acciocché non presentasse alcuna irregolarità il Cav. Giordano, che fu direttore della strada di Sorrento, la situò in modo, che anche i quattro raggi delle strade, due eseguiti, e due di progetto, avessero un eguale distanza, formando in essa una croce in tutto perfetta. Nel suo centro sorge una magnifica fontana che fu diretta dal valoroso giovine Spasiano: i tre delfini di marmo, che in forma naturale sostengono sulle loro spine una gran vasca, parimenti in marmo, furono fatti eseguire nel Lavoratorio di Napoli, e lo spesato della sua costruzione montò a ducati 1700…".
Unica nel suo genere in tutto il territorio della Penisola Sorrentina, la fontana fu realizzata nel IXX secolo ad opera dell'architetto Raffele Spasiano che nel 1841 scrive: "…la costruzione della Fontana subirà qualche modifica… per la decorazione della stessa…i tre delfini e la conca, che invece di piperno saranno eseguiti in pietra da taglio di Caserta, detta bianca la quale si presta meglio alla lavoratura, ha maggior durata, ed è di più bella apparenza e la vasca che invece di essere munita dal solo piperno, avrà di tal pietra tutto il parapetto, e vi sarà fatto lo scalino di pietrarsa…".
Particolare
della tazza superiore e dei delfini ricoperti da incrostazioni.
I delfini e la tazza superiore furono realizzati nel 1844, data incisa sulla base di uno dei tre delfini assieme al nome dello scultore che ormai risulta indecifrabile a causa del tempo. Negli anni del secondo dopoguerra, tra il 1952 e il 1953, la fontana aveva perso la sua funzione primaria, diventando così il solo luogo dove i cavalli andavano ad abbeverarsi. Questa situazione col tempo divenne intollerabile, i carri e gli stessi cavalli bloccavano la piazza e la strada che portava verso la costiera, perciò il Sindaco Giuseppe Attanasio e l'Assessore Frevola decisero di interrare la fontana e di far costruire attorno un muretto sovrastato da una ringhiera, in modo tale che nessuno potesse più avvicinarsi.
La
fontana dopo l’intervento di restauro.
Prima dell'intervento la fontana versava in pessime condizioni di conservazione, tanto che le superfici dei delfini e della tazza superiore erano completamente incrostate da accumuli di depositi calcarei. Mentre la grande vasca sottostante era completamente nascosta sotto il livello stradale. Il restauro è consistito nelle operazioni di: sollevamento della vasca sopra il manto stradale; realizzazione della camera sottostante per l'impianto di riciclo e filtraggio dell'acqua; posa in opera del marciapiede circostante; rimozione dei depositi e incrostazioni superficiali; integrazione di parti mancanti; applicazioni di sostanze consolidanti e protettive. Tutte le fasi progettuali e di restauro, sono state realizzate sotto l'Alta Sorveglianza del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza per i Beni Architettonici di Napoli e Provincia.
Particolare delle sculture restituite al loro colore
bianco originario
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