Il comune di Brienno, antico nucleo stretto tra le ripide pendici dei monti e le acque del lago di Como, bandisce un concorso d'idee finalizzato alla realizzazione di un'autorimessa comunale su più piani per autovetture in località Carpina.
Il concorso, in un'unica fase, anonimo, aperto agli architetti ed ingegneri, ha lo scopo di acquisire la migliore proposta ideativa, progettuale e compositiva attraverso cui potrà completarsi la riqualificazione urbanistica, e
architettonica nell'ambito della valorizzazione del borgo intero.
Antico borgo medioevale, abitato già in epoca preromana, arroccato alle pendici dei monti S. Bernardo e Binate,
conserva pressochè intatte le sue strutture originarie: l'intersecarsi di vicoli e scalette, le case di pietra
addossate l'una all'altra, i portici, i sottopassi.
Dal lago il paese appare come un blocco compatto, in cui si aprono gli accessi alla riva; emergono, ai lati del porticciolo, i volumi della vecchia filanda e della Parrocchiale dei SS. Nazaro e Celso, e verso Argegno a nord, su uno spessore roccioso, la chiesa della Madonna del Ronco.
A Brienno, per traffici e commerci, oltre al lago, grande importanza ha sempre avuto l'antica strada “Regia”,
costruita al tempo dell'occupazione romana e poi conservata ed ampliata in epoche successive.
Sin dall'inizio dell'Ottocento si parlava di rendere carrozzabile il tratto di strada che attraversava l'abitato di Brienno, ma solo sul finire del secolo i progetti susseguitisi giunsero a realizzazione (1891/92), comportando per
altro la demolizione di ben quarantotto fabbricati, al fine di allargarne il tracciato ad almeno cinque metri e ridurne la pendenza.
Il progressivo aumento degli automezzi, soprattutto in alcuni periodi e giorni dell'anno, aveva in seguito privato, di fatto, i Briennesi della loro strada e delle sue prerogative, riducendola spesso ad un'interminabile successione di veicoli. Ciò sino al 1986, anno di realizzazione della variante in galleria ad opera dell'ANAS.
A seguito di questi fatti, il borgo ha ritrovato e si è riappropriato di quelle valenze che il traffico e il transito continuo, attraverso quell'unica via, avevano diviso, alterato nella sua unità oltre che unicità. La strada non più di transito ha ritrovato l'identità quale luogo d'affaccio, di relazione e d'incontro degli abitanti e dei visitatori.