La proposta progettuale
Proprio dalla permeabilità potremmo partire nel raccontare le
soluzioni individuate per rispondere all'analisi delle necessità
sopra elencate. Abitualmente siamo preparati ai disegni dei
musei basati sul flusso espositivo, sul percorso che conduce i
visitatori in ordinati cortei prestabiliti, governando gli
effetti della sorpresa nel mostrarsi dell'opera, e al contempo,
garantendo la visitabilità delle strutture, l'identificazione
delle varie funzioni inanellate in un flusso che spesso termina
in un luogo diverso dall'accesso principale, non facendo
coincidere ingresso e uscita.
![](img/Pal-Exp_06.JPG)
Le nuove sale espositive piano monumentale
Per noi tutto ciò non era
possibile. Il museo senza opere ha insita in se l'ambizione
della grande mostra tematica, ma anche la pluralità espressiva
manifestata dallo svolgersi contemporaneo di più eventi, con la
preziosa qualità di parlare tutti i linguaggi della
rappresentazione dell'arte.
Da qui nasce la proposta di cinque accessi dedicati al pubblico,
oltre a due riservati al personale ed uno alle opere, che
consente immediatamente nuove letture, e suggerisce la strada
della collocazione delle aree commerciali, la separazione delle
aree espositive con accessi differenziati, la vivibilità dell'intero
edificio\isolato come una piccola città dell'arte, munita
forse delle stesse funzioni che oggi possiede, ma con gli
strumenti, spaziali e tecnologici, per una elevata godibilità.
Le aree commerciali (caffetteria, libreria e
oggettistica), vengono collocate tutte a quota 0.00.
La libreria, occupa circa 450 mq., sviluppata in due grandi sale
dedicate a pubblicazioni cartacee e multimediali; è dotata di
un proprio accesso, commercialmente strategico su via Milano all'angolo
con via Nazionale, in completa autonomia dall'attività
espositiva, ma in grado di consentire l¹ingresso a tutte le
mostre e attività del Palazzo. Una terza sala strettamente
collegata è destinata alla rivendita di oggetti, immaginando in
tal senso una sinergia commerciale che serve a contenere i costi
di gestione.
Sempre a quota 0.00 si presenta la caffetteria, corredata dei
locali di preparazione necessari, in grado di assicurare piccoli
e veloci pasti caldi, è dotata di una sala affacciata sul
piccolo giardino interno adiacente alla Chiesa di S.Vitale,
oltre alla rotonda centrale che funge anche da connettore con la
libreria \ oggettistica, e ospita le proposte multimediali, un
osservatorio sull'ultima frontiera contemporanea, consentendo
peraltro di unire la sosta dal percorso espositivo con l'acquisto
di cataloghi, libri, oggetti etc.
Il giardino interno, con lo sfondo della restaurata facciata
della chiesa, si offre per la magica vivibilità del clima
romano e risolve anche la funzione di accesso autonomo alla
caffetteria, attraverso il ridisegno della casetta San Vitale su
via Nazionale.
![](img/Pal-Exp_07.JPG)
Il nuovo ingresso da via Milano
Questi accessi sono tutti autonomi (potranno consentire l'attività
anche in orari diversi da quelli delle esposizioni), ma sempre
in grado di far proseguire il pubblico verso le mostre in
programmazione e gli altri spazi del Palazzo.
Dall'altro lato , con accesso proprio da via Milano, si
presenta uno spazio destinato alla ricezione e intrattenimento
dei più piccoli, attività imprescindibile da un museo moderno
rivolto anche ad un pubblico giovanile.
Ai tre ingressi dedicati alle attività commerciali fin qui
descritti, si sommano quelli già oggi utilizzati da via Milano
e dallo scalone monumentale di via Nazionale. In questo modo il
Palazzo è dotato di cinque accessi per il pubblico, muniti di
varchi automatici a controllo elettronico del biglietto. Il
titolo di ingresso (valido per una durata temporale definita dal
gestore), può essere acquistato in una delle 6 biglietterie
corrispondenti alle casse delle attività commerciali, agli
ingressi via Milano e via Nazionale e al chiosco esterno.
Intorno alle attività commerciali sono state previste delle
zone di libera circolazione, che consentono il passaggio
gratuito anche tra i vari livelli, mentre l¹accesso alle sale
espositive avviene solo su presentazione del biglietto
magnetico.
![](img/Pal-Exp_08.JPG)
Area multimediale piano - 1
Tessere per gli abbonati o per biglietti cumulativi,
garantiscono poi il passaggio senza la fila al botteghino.
Questa libertà di percorrere il Palazzo, non corrisponde ad un
aumento del personale di controllo, ridotto invece a pura
assistenza di cortesia alla clientela.
Il sistema dei flussi dei visitatori, regolato come abbiamo
visto, è poi supportato all'interno da due nuovi ascensori,
collocati sulla testa dell'edificio, da due nuovi impianti per
la zona roof garden in sostituzione del gruppo oggi esistente e
infine dai due oggi presenti in posizione baricentrica, per i
quali è prevista la sostituzione delle cabine e delle
motorizzazioni; in aggiunta sono previsti 2 ascensori per il
personale, uno riservato per le cucine del ristorante ed un
montacarichi dedicato alle opere.
In questo modo si vengono a creare tre livelli con altrettante
aree espositive perfettamente autonome (si può accedere ai tre
piani senza passare per le altre mostre), oltre alla possibilità
di suddividere lo spazio del piano nobile in prossimità del
transetto che distribuisce le sale cinema e teatro, portando le
zone autonome a quattro.
Autonoma risulta anche la sala polifunzionale, arricchita di un
altro ingresso direttamente da via Milano (ottenuto liberando
una cabina ACEA), che permette di raggiungere circa 180
spettatori, contro il limite dei 99 imposto dalla attuale
scarsità di uscite di emergenza.
Come già indicato precedentemente, l'originale progetto di Pio
Piacentini inseriva come terminale dell'edificio una serra.
Agli architetti De Boni e Colombari, va riconosciuta la paternità
dell'ipotesi di ricostruzione del manufatto originario e di
aver sia iniziato il lavoro di documentazione storica, sia di
aver immaginato, nel loro piano programma redatto nel 2000 per l'Azienda
Palaexpo, un modello di ricostruzione.
![](img/Pal-Exp_09.JPG)
La nuova caffetteria piano -1
In questo progetto, sotto la sorveglianza e la sollecitazione
della Soprintendenza ai Beni Architettonici, è stato ripreso il
tema del ripristino, ne sono stati approfonditi gli aspetti
tecnologici e si è ipotizzata pertanto una ricostruzione del
manufatto rispettosa della storia nei materiali e nelle forme,
pur garantendo una serie di accorgimenti tecnologici ed
impiantistici atti a risolvere le spinose questioni di comfort
che, irrisolte originariamente, ne avevano provocato l¹abbattimento.
Una grande serra con copertura in travi metalliche ad arco
ribassato, completamente trasparente, per un altezza totale
interna di circa 12,70, che in fase esecutiva verrà
approfondita per garantire coerenza tra il segno contemporaneo e
la memoria storica.
Il Ristorante Roof Garden, resta così collocato a quota 16,40
analogamente a quanto oggi esistente, restituendo a questa
attività una funzione importantissima del museo. Non va
sottovalutato infatti il ruolo strategico di questa sosta in un
percorso espositivo che raggiunge i 6000 mq., enfatizzato poi
dalla felice collocazione che affaccia sui giardini di via del
Quirinale con lo scorcio della facciata laterale del Quirinale
stesso.
La collocazione delle aree commerciali a quota 0.00, restituisce
alla funzione espositiva le sale adiacenti via Piacenza; il
vuoto creato dalla asportazione della struttura \ allestimento
di Dardi, viene ridefinito da una nuova lettura funzionale e
architettonica: per comprendere l¹effetto originario della
doppia altezza e per garantire ancora la lettura delle
trasparenze e delle viste che sono insite nel progetto di
Piacentini, viene praticata un'apertura longitudinale. La
riproposizione di questo nuovo affaccio \ lucernario, solo
accennata e comunque irrisolta nell'intervento di Dardi,
restituisce l'originale spazialità verticale e completa il
prezioso sistema delle illuminazioni zenitali.
La riqualificazione delle sale espositive è stata risolta con
il ridisegno dei flussi dei visitatori ( ottenuto con un alcuni
elementi vetrati mobili) che garantisce uno svolgimento fluido
del percorso mostra, dalla dotazione delle sale di una
controfodera munita di una struttura metallica portante che
consenta l¹esposizione di qualunque pannello o quadro o
verniciatura (nel rispetto quindi del monumento), oltre a
distribuire alimentazioni elettriche, allarmi, impianti
speciali, riducendo al minimo le azioni invasive delle viecavi
e da plafoni sospesi che contengono i sistemi di illuminazione e
svolgono anche una funzione di diffusori della luce naturale dei
lucernari di Dardi.
Questi infine, verranno mantenuti e valorizzati. L'adozione di
un brise soleil sulle vetrate delle sale espositive permetterà
la regolazione della luce diretta, impedendo che i raggi
penetrino direttamente. Solo questo sistema di oscuramento verrà
provvisto di una motorizzazione a controllo remoto, mentre i
pannelli diffusori interni, potranno conservare un'impostazione
fissa
Molte altre opere compongono il progetto anche se qui non
espressamente elencate, dai nuovi impianti alle dotazioni
antincendio, alle nuove cabine elettriche, ai guardaroba,
biglietterie, segnaletiche etc, nell'ambizione di dare un volto
omogeneo e coerente ad un edificio espositivo tra i più
importanti di Roma, e dotarlo delle strutture necessarie per
mettersi al passo ed in concorrenza con le grandi istituzioni
culturali del mondo.
Firouz Galdo
Note al margine della direzione artistica ai lavori di
Restauro del Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale, Roma
Il restauro architettonico del Palazzo delle Esposizioni
di Roma è l'occasione per un riassetto strategico e funzionale
degli spazi interni da destinare ad un uso di intrattenimento
culturale più orientato verso il visitatore, per offrire un
servizio di qualità e interesse quanto più aggiornato e
attraente possibile, obiettivo imprescindibile per un successo
di affluenza e quindi economico delle manifestazioni.
Nonostante sia stato costruito allo scopo di ospitare mostre, il
palazzo di via Nazionale non è facile perché nella mentalità
moderna l'imponenza della struttura è quanto mai ingombrante e
paralizzante. Le dimensioni da cattedrale e la personalità dell'edificio
sovrastano la presenza delle opere che faticano a liberarsi del
gioco di un palazzo che invariabilmente risalta più delle opere
stesse. La stessa simmetria totale su tutti gli assi, disorienta
il visitatore e omogeneizza il materiale in esposizione rendendo
faticosa la comprensione di qualsiasi percorso espositivo.
Adottando l¹impianto basilicale l'arch. Piacentini ha
involontariamente introdotto vincoli invisibili e forti,
derivati dalle proporzioni auliche che non accettano mediazioni
di sorta. La stessa griglia di riferimento nella pianta è
paralizzante per un uso libero e flessibile degli spazi, così
come richiesto oggi dalle tipologie espositive di maggiore
successo. L¹edificio subisce anche la forte caratterizzazione
dal recente intervento di Costantino Dardi (1984-89), che è
molto presente ed ingombrante, perché contrappone all'edificio
di Piacentini un decoro di geometrie strutturali seppur delicate
e trasparenti. Il progetto di Dardi è stato inoltre
particolarmente svilito dalla qualità della esecuzione ed è
oggi particolarmente impoverito dalla cattiva manutenzione.
![](img/Pal-Exp_10.JPG)
Particolare
In funzione al suo obiettivo di luogo di intrattenimento
culturale, il Palazzo delle Esposizioni si dota di un impianto
di servizi riadattando il piano a quota 0.00 ad un uso
commerciale con coffee shop, book shop, gallerie etc,
riqualificando la sala conferenze e la sala proiezioni al primo
piano e ricostruendo la serra con un ristorante più raffinato
di quello esistente. Il grande numero di ingressi svela la nuova
filosofia del palazzo che vuole essere un luogo aperto,
disponibile ai più diversificati programmi. Le strutture
espositive necessitano di questi servizi perché la visita alle
mostre non è più un mero percorso culturale e didattico ma è
anche un occasione di svago e divertimento raffinato e colto. I
visitatori pretendono poter vivere il tempo della visita nel
modo più piacevole, senza stancarsi e usando tutto quello che
è possibile per approfittare di un attimo spesso rubato allo
stress e alla fatica quotidiana.
Il progetto in corso raccoglie tutte le innovazioni più
sperimentate nel settore, soprattutto di carattere tecnologico
in relazione agli impianti di riscaldamento e raffreddamento, di
sicurezza e di illuminazione e di flessibilità allestitiva. La
sfida più grande è infatti dotare gli spazi espositivi di un
assetto adatto e di una attrezzatura che coniughi l¹esigenza
della conservazione e valorizzazione del palazzo con la massima
flessibilità d¹uso. L¹errore più grande sarebbe quello di
ingombrare ulteriormente il palazzo con elementi non necessari:
paradossalmente per neutralizzare il monumento di Piacentini
bisogna operare per riportarlo alla sua forma più
autentica e asettica, astraendone l¹incombente monumentalità.
![](img/Pal-Exp_11.JPG)
Sala espositiva
C'è un equilibrio delicato e difficile nel definire
quanto è accettabile per accentuare la presenza delle opere
senza entrare in competizione con il palazzo. L¹intervento
suggerisce ai futuri progetti di allestimento dei parametri di
riferimento per non cadere nei tranelli verso i quali spesso
guidano gli stessi temi espositivi: sono stati indicati i
percorsi preferenziali, le pareti e le aree di maggiore
visibilità e importanza, ma soprattutto è stato studiato e
predisposto un sistema di illuminazione unico ed innovativo con
lampade mobili e flessibili e la luce naturale è schermabile
con varie sfumature.
Per evitare che il palazzo si confonda con l'allestimento e
viceversa, gli spazi espositivi sono stati dotati di un sistema
di pareti verticali per appendere le opere che riveste i muri
delle sale e realizza un ideale fondo neutro e uniforme: i
pannelli luminosi con fari integrati (attualmente in fase di
studio e di prima prototipazione) danno unità a tutti gli spazi
diffondendo ovunque un elevato grado di comfort visivo.
Tutti questi elementi, al pari delle invisibili regole imposte
dalla classicità dell'architettura originale, aggiungono
ulteriori strumenti altrettanto discreti ma fondamentali alla
futura gestione del Palazzo, essendo stati regolati i vincoli
fisici e culturali a garanzia del successo del futuro
funzionamento.
Michele De Lucchi
Ufficio
stampa
Palazzo delle Esposizioni
Marta Fontana - Piergiorgio Paris
Tel. 06.489411 06.48941206
email: ufficiostampa@palazzoesposizioni.it
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