Il "nuovo" Palazzo delle Esposizioni

 

Art. 0012

INDICE ARTICOLI

  UNO SPAZIO ESPOSITIVO ALL'AVANGUARDIA  
 
Il progetto di ristrutturazione del Palazzo delle Esposizioni.
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La proposta progettuale

Proprio dalla permeabilità potremmo partire nel raccontare le soluzioni individuate per rispondere all'analisi delle necessità sopra elencate. Abitualmente siamo preparati ai disegni dei musei basati sul flusso espositivo, sul percorso che conduce i visitatori in ordinati cortei prestabiliti, governando gli effetti della sorpresa nel mostrarsi dell'opera, e al contempo, garantendo la visitabilità delle strutture, l'identificazione delle varie funzioni inanellate in un flusso che spesso termina in un luogo diverso dall'accesso principale, non facendo coincidere ingresso e uscita. 


Le nuove sale espositive piano monumentale

Per noi tutto ciò non era possibile. Il museo senza opere ha insita in se l'ambizione della grande mostra tematica, ma anche la pluralità espressiva manifestata dallo svolgersi contemporaneo di più eventi, con la preziosa qualità di parlare tutti i linguaggi della rappresentazione dell'arte.
Da qui nasce la proposta di cinque accessi dedicati al pubblico, oltre a due riservati al personale ed uno alle opere, che consente immediatamente nuove letture, e suggerisce la strada della collocazione delle aree commerciali, la separazione delle aree espositive con accessi differenziati, la vivibilità dell'intero edificio\isolato come una piccola città dell'arte, munita forse delle stesse funzioni che oggi possiede, ma con gli strumenti, spaziali e tecnologici, per una elevata godibilità.
Le aree commerciali  (caffetteria, libreria e oggettistica), vengono collocate tutte a quota 0.00.
La libreria, occupa circa 450 mq., sviluppata in due grandi sale dedicate a pubblicazioni cartacee e multimediali; è dotata di un proprio accesso, commercialmente strategico su via Milano all'angolo con via Nazionale, in completa autonomia dall'attività espositiva, ma in grado di consentire l¹ingresso a tutte le mostre e attività del Palazzo. Una terza sala strettamente collegata è destinata alla rivendita di oggetti, immaginando in tal senso una sinergia commerciale che serve a contenere i costi di gestione.
Sempre a quota 0.00 si presenta la caffetteria, corredata dei locali di preparazione necessari, in grado di assicurare piccoli e veloci pasti caldi, è dotata di una sala affacciata sul piccolo giardino interno adiacente alla Chiesa di S.Vitale, oltre alla rotonda centrale che funge anche da connettore con la libreria \ oggettistica, e ospita le proposte multimediali, un osservatorio sull'ultima frontiera contemporanea, consentendo peraltro di unire la sosta dal percorso espositivo con l'acquisto di cataloghi, libri, oggetti etc.
Il giardino interno, con lo sfondo della restaurata facciata della chiesa, si offre per la magica vivibilità del clima romano e risolve anche la funzione di accesso autonomo alla caffetteria, attraverso il ridisegno della casetta San Vitale su via Nazionale.


Il nuovo ingresso da via Milano


Questi accessi sono tutti autonomi (potranno consentire l'attività anche in orari diversi da quelli delle esposizioni), ma sempre in grado di far proseguire il pubblico verso le mostre in programmazione e gli altri spazi del Palazzo.
Dall'altro lato , con accesso proprio da via Milano, si presenta uno spazio destinato alla ricezione e intrattenimento dei più piccoli, attività imprescindibile da un museo moderno rivolto anche ad un pubblico giovanile.
Ai tre ingressi dedicati alle attività commerciali fin qui descritti, si sommano quelli già oggi utilizzati da via Milano e dallo scalone monumentale di via Nazionale. In questo modo il Palazzo è dotato di cinque accessi per il pubblico, muniti di varchi automatici a controllo elettronico del biglietto. Il titolo di ingresso (valido per una durata temporale definita dal gestore), può essere acquistato in una delle 6 biglietterie corrispondenti alle casse delle attività commerciali, agli ingressi via Milano e via Nazionale e al chiosco esterno. Intorno alle attività commerciali sono state previste delle zone di libera circolazione, che consentono il passaggio gratuito anche tra i vari livelli, mentre l¹accesso alle  sale espositive avviene solo su presentazione del biglietto magnetico. 


Area multimediale piano - 1

Tessere per gli abbonati o per biglietti cumulativi, garantiscono poi il passaggio senza la fila al botteghino. Questa libertà di percorrere il Palazzo, non corrisponde ad un aumento del personale di controllo, ridotto invece a pura assistenza di cortesia alla clientela.
Il sistema dei flussi dei visitatori, regolato come abbiamo visto, è poi supportato all'interno da due nuovi ascensori, collocati sulla testa dell'edificio, da due nuovi impianti per la zona roof garden in sostituzione del gruppo oggi esistente e infine dai due oggi presenti in posizione baricentrica, per i quali è prevista la sostituzione delle cabine e delle motorizzazioni; in aggiunta sono previsti 2 ascensori per il personale, uno riservato per le cucine del ristorante ed un montacarichi dedicato alle opere.
In questo modo si vengono a creare tre livelli con altrettante aree espositive perfettamente autonome (si può accedere ai tre piani senza passare per le altre mostre), oltre alla possibilità di suddividere lo spazio del piano nobile in prossimità del transetto che distribuisce le sale cinema e teatro, portando le zone autonome a quattro.
Autonoma risulta anche la sala polifunzionale, arricchita di un altro ingresso direttamente da via Milano (ottenuto liberando una cabina ACEA), che permette di raggiungere circa 180 spettatori, contro il limite dei 99 imposto dalla attuale scarsità di uscite di emergenza.
Come già indicato precedentemente, l'originale progetto di Pio Piacentini inseriva come terminale dell'edificio una serra. Agli architetti De Boni e Colombari, va riconosciuta la paternità dell'ipotesi di ricostruzione del manufatto originario e di aver sia iniziato il lavoro di documentazione storica, sia di aver immaginato, nel loro piano programma redatto nel 2000 per l'Azienda Palaexpo, un modello di ricostruzione.


La nuova caffetteria piano -1


In questo progetto, sotto la sorveglianza e la sollecitazione della Soprintendenza ai Beni Architettonici, è stato ripreso il tema del ripristino, ne sono stati approfonditi gli aspetti tecnologici e si è ipotizzata pertanto una ricostruzione del manufatto rispettosa della storia nei materiali e nelle forme, pur garantendo una serie di accorgimenti tecnologici ed impiantistici atti a risolvere le spinose questioni di comfort che, irrisolte originariamente, ne avevano provocato l¹abbattimento.
Una grande serra con copertura in travi metalliche ad arco ribassato, completamente trasparente, per un altezza totale interna di circa 12,70, che in fase esecutiva verrà approfondita per garantire coerenza tra il segno contemporaneo e la memoria storica.
Il Ristorante Roof Garden, resta così collocato a quota 16,40 analogamente a quanto oggi esistente, restituendo a questa attività una funzione importantissima del museo. Non va sottovalutato infatti il ruolo strategico di questa sosta in un percorso espositivo che raggiunge i 6000 mq., enfatizzato poi dalla felice collocazione che affaccia sui giardini di via del Quirinale con lo scorcio della facciata laterale del Quirinale stesso.
La collocazione delle aree commerciali a quota 0.00, restituisce alla funzione espositiva le sale adiacenti via Piacenza; il vuoto creato dalla asportazione della struttura \ allestimento di Dardi, viene ridefinito da una nuova lettura funzionale e architettonica: per comprendere l¹effetto originario della doppia altezza e per garantire ancora la lettura delle trasparenze e delle viste che sono insite nel progetto di Piacentini, viene praticata un'apertura longitudinale. La riproposizione di questo nuovo affaccio \ lucernario, solo accennata e comunque irrisolta nell'intervento di Dardi, restituisce l'originale spazialità verticale e completa il prezioso sistema delle illuminazioni zenitali.
La riqualificazione delle sale espositive è stata risolta con il ridisegno dei flussi dei visitatori ( ottenuto con un alcuni elementi vetrati mobili) che garantisce uno svolgimento fluido del percorso mostra, dalla dotazione delle sale di una controfodera munita di una struttura metallica portante che consenta l¹esposizione di qualunque pannello o quadro o verniciatura (nel rispetto quindi del monumento), oltre a distribuire alimentazioni elettriche, allarmi, impianti speciali, riducendo al minimo le azioni invasive delle viecavi e da plafoni sospesi che contengono i sistemi di illuminazione e svolgono anche una funzione di diffusori della luce naturale dei lucernari di Dardi.
Questi infine, verranno mantenuti e valorizzati. L'adozione di un brise soleil sulle vetrate delle sale espositive permetterà la regolazione della luce diretta, impedendo che i raggi penetrino direttamente. Solo questo sistema di oscuramento verrà provvisto di una motorizzazione a controllo remoto, mentre i pannelli diffusori interni, potranno conservare un'impostazione fissa
Molte altre opere compongono il progetto anche se qui non espressamente elencate, dai nuovi impianti alle dotazioni antincendio, alle nuove cabine elettriche, ai guardaroba, biglietterie, segnaletiche etc, nell'ambizione di dare un volto omogeneo e coerente ad un edificio espositivo tra i più importanti di Roma, e dotarlo delle strutture necessarie per mettersi al passo ed in concorrenza con le grandi istituzioni culturali del mondo.

Firouz Galdo


Note al margine della direzione artistica ai lavori di
Restauro del Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale, Roma



Il restauro architettonico del Palazzo delle Esposizioni di Roma è l'occasione per un riassetto strategico e funzionale degli spazi interni da destinare ad un uso di intrattenimento culturale più orientato verso il visitatore, per offrire un servizio di qualità e interesse quanto più aggiornato e attraente possibile, obiettivo imprescindibile per un successo di affluenza e quindi economico delle manifestazioni.
Nonostante sia stato costruito allo scopo di ospitare mostre, il palazzo di via Nazionale non è facile perché nella mentalità moderna l'imponenza della struttura è quanto mai ingombrante e paralizzante. Le dimensioni da cattedrale e la personalità dell'edificio sovrastano la presenza delle opere che faticano a liberarsi del gioco di un palazzo che invariabilmente risalta più delle opere stesse. La stessa simmetria totale su tutti gli assi, disorienta il visitatore e omogeneizza il materiale in esposizione rendendo faticosa la comprensione di qualsiasi percorso espositivo. Adottando l¹impianto basilicale l'arch. Piacentini ha involontariamente introdotto vincoli invisibili e forti, derivati dalle proporzioni auliche che non accettano mediazioni di sorta. La stessa griglia di riferimento nella pianta è paralizzante per un uso libero e flessibile degli spazi, così come richiesto oggi dalle tipologie espositive di maggiore successo. L¹edificio subisce anche la forte caratterizzazione dal recente intervento di Costantino Dardi (1984-89), che è molto presente ed ingombrante, perché contrappone all'edificio di Piacentini un decoro di geometrie strutturali seppur delicate e trasparenti. Il progetto di Dardi è stato inoltre particolarmente svilito dalla qualità della esecuzione ed è oggi particolarmente impoverito dalla cattiva manutenzione.


Particolare

In funzione al suo obiettivo di luogo di intrattenimento culturale, il Palazzo delle Esposizioni si dota di un impianto di servizi riadattando il piano a quota 0.00 ad un uso commerciale con coffee shop, book shop, gallerie etc, riqualificando la sala conferenze e la sala proiezioni al primo piano e ricostruendo la serra con un ristorante più raffinato di quello esistente. Il grande numero di ingressi svela la nuova filosofia del palazzo che vuole essere un luogo aperto, disponibile ai più diversificati programmi. Le strutture espositive necessitano di questi servizi perché la visita alle mostre non è più un mero percorso culturale e didattico ma è anche un occasione di svago e divertimento raffinato e colto. I visitatori pretendono poter vivere il tempo della visita nel modo più piacevole, senza stancarsi e usando tutto quello che è possibile per approfittare di un attimo spesso rubato allo stress e alla fatica quotidiana.
Il progetto in corso raccoglie tutte le innovazioni più sperimentate nel settore, soprattutto di carattere tecnologico in relazione agli impianti di riscaldamento e raffreddamento, di sicurezza e di illuminazione e di flessibilità allestitiva. La sfida più grande è infatti dotare gli spazi espositivi di un assetto adatto e di una attrezzatura che coniughi l¹esigenza della conservazione e valorizzazione del palazzo con la massima flessibilità d¹uso. L¹errore più grande sarebbe quello di ingombrare ulteriormente il palazzo con elementi non necessari: paradossalmente per neutralizzare il monumento di Piacentini bisogna operare per riportarlo alla sua  forma più autentica e asettica, astraendone l¹incombente monumentalità.


Sala espositiva


C'è un equilibrio  delicato e difficile nel definire quanto è accettabile per accentuare la presenza delle opere senza entrare in competizione con il palazzo. L¹intervento suggerisce ai futuri progetti di allestimento dei parametri di riferimento per non cadere nei tranelli verso i quali spesso guidano gli stessi temi espositivi: sono stati indicati i percorsi preferenziali, le pareti e le aree di maggiore visibilità e importanza, ma soprattutto è stato studiato e predisposto un sistema di illuminazione unico ed innovativo con lampade mobili e flessibili e la luce naturale è schermabile con varie sfumature.
Per evitare che il palazzo si confonda con l'allestimento e viceversa, gli spazi espositivi sono stati dotati di un sistema di pareti verticali per appendere le opere che riveste i muri delle sale e realizza un ideale fondo neutro e uniforme: i pannelli luminosi con fari integrati (attualmente in fase di studio e di prima prototipazione) danno unità a tutti gli spazi diffondendo ovunque un elevato grado di comfort visivo.
Tutti questi elementi, al pari delle invisibili regole imposte dalla classicità dell'architettura originale, aggiungono ulteriori strumenti altrettanto discreti ma fondamentali alla futura gestione del Palazzo, essendo stati regolati i vincoli fisici e culturali a garanzia del successo del futuro funzionamento.

Michele De Lucchi


Ufficio stampa
Palazzo delle Esposizioni

Marta Fontana - Piergiorgio Paris
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email:
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SITI DI APPROFONDIMENTO

:: Palazzo delle Esposizioni
Il sito web ufficiale del Palazzo delle Esposizioni

 
 
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